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Nel campo della Psicologia Positiva l’ottimismo, che è il comune denominatore di molte esperienze positive, è stato uno dei concetti più studiati. L’ottimismo è collegato in modo positivo allo stato di salute fisica e psichica, alla felicità e alla soddisfazione in vari ambiti della vita, dalle relazioni sentimentali, al lavoro, allo sport e all’istruzione.
Per definire questo concetto, bisogna prima distinguerlo dal falso ottimismo. Per esempio, l’atteggiamento che porta a vedere o a considerare tutto in modo positivo, come se non esistessero drammi e sofferenze, è ciò che viene chiamato ottimismo ingenuo, e ha a che fare con una visione parziale e ingenua della realtà.
Un altro tipo di ottimismo è quello dogmatico, che nasce da un meccanismo difensivo per proteggersi dalle sofferenze, e che porta a non cogliere una serie di informazioni e segnali negativi che riguardano anche noi. Per esempio, pur sapendo degli effetti nocivi del fumo, la persona continua a fumare razionalizzando attraverso una serie di pensieri (“non succederà proprio a me di ammalarmi”, “altri hanno fumato tutta la vita senza avere dei danni” ecc).
Nel “sano ottimismo”, benché la vita viene vista in modo corretto nella complessità dei suoi aspetti negativi, positivi ed intermedi, si mantiene comunque un atteggiamento positivo e fiducioso verso la vita.
Quindi ciò che contraddistingue le persone è il modo di porsi alla vita e gli aspetti a cui viene dato maggiore rilievo. Su che cosa tendiamo a focalizzarci nelle situazioni e nelle relazioni? Che cosa ci colpisce con più intensità? Quali sono gli aspetti che tendiamo a ricordare e a raccontare agli altri?
Quindi gli ottimisti e i pessimisti hanno un atteggiamento diverso di fronte agli eventi: il pessimista tende a focalizzarsi su ciò che è negativo, su ciò che non va e in questo modo si irrigidisce, diventa teso e questo fa sì che gli aspetti negativi vissuti si amplificano e quelli positivi vengono sottovalutati o ignorati. Al contrario, l’ottimista affronta le situazioni già in partenza in un modo più positivo e rilassato, guardando la situazione in modo complessivo e tendendo a focalizzarsi su ciò che va bene, anche lì dove le cose vanno non proprio come vorrebbe. Tende quindi a mettere attenzione ed energia nelle cose positive e in questo modo, oltre ad amplificare gli aspetti positivi esistenti, riesce con più facilità ad affrontare anche le situazioni difficili o negative. L’ottimista si percepisce fortunato, e grazie a questo atteggiamento sa cogliere le opportunità della vita e sa crearsi la fortuna. Inoltre è flessibile al cambiamento; se si rende conto che la strategia che sta usando per ottenere qualcosa non lo porta ai risultati sperati, è in grado di cambiare direzione senza rimanere rigido sulla sua posizione iniziale.
L’ottimismo è in parte costituzionale, come la felicità, in parte dipende dalle esperienze di vita. Nella nostra infanzia apprendiamo, specialmente dai nostri genitori, un modo di approcciarci alle situazioni e persone e di interpretare ciò che ci accade. Da adulti possiamo comunque lavorare su di noi, per esempio con un percorso psicologico, per favorire un atteggiamento positivo verso noi stessi e verso la vita, per valorizzare noi stessi, per migliorare la nostra modalità di percepire e interpretare gli eventi della vita, per aumentare la nostra capacità di essere ottimisti.